1. Naturalmente il Dante che leggiamo noi è stato ricostruito dai manoscritti secondo l’ortografia corrente; ma, ciò premesso, e precisato anche che la risposta si riferisce soprattutto all'opera sua più nota: sì, si legge nell'"originale".
2. A volte la lettura è difficile, complicata com’è dalle regole della versificazione, o dall’italianizzazione di termini dotti o stranieri (il secondo vento di Soave = il secondo (effimero come un colpo di vento, imperatore) Svevo”, ma in buona sostanza non più difficile della lettura dei poeti dell’Ottocento (è stato detto con ragione “Dante che dovea essere il principio di tutta una letteratura, ne fu la fine”): giudizio che esprime il valore normativo esercitato dai Trecentisti su tutta la letteratura, soprattutto in poesia, fino alla fine dell’Ottocento.
3. A volte Dante è linguisticamente di una modernità sconcertante (s’io m’intuassi come tu m’inmii = schaut ich, wie du mich, in dich ...), indracarsi (inferocirsi come drago); insemprarsi (durare per sempre) ...
4. Del resto questa varietà di invenzioni, di stili e di registri non poteva mancare in un poema in cui, come disse il suo Autore, “ha posto mano e cielo e terra” (."die heil'ge Dichtung,/Daran Hand angelegt hat [haben] Erd' und Himmel"),